Empowerment e diritti

Cosa c’è dietro la sigla “LGBTQIA+”?

La sessualità rappresenta un tema molto ampio di cui parlare e comprende al suo interno tantissimi concetti diversi tutti interconnessi tra di loro. La sessualità ha a che fare sia con il corpo e i suoi aspetti funzionali e biologici, sia con tutto ciò che riguarda le caratteristiche psicologiche, affettive e identitarie che alloggiano nel nostro mondo interno. 

È quindi molto importante distinguere tra sesso biologico e genere assegnato alla nascita da un lato e orientamento sessuale e identità di genere, dall’altro. Questi termini fanno riferimento a diversi aspetti della sessualità ed è quindi fondamentale comprenderne i significati e le peculiarità.

Se il sesso biologico riguarda l’appartenenza al sesso maschile, femminile o intersessuale sulla base dei caratteri sessuali, l’identità di genere riguarda invece il genere in cui ci si identifica, indipendentemente dal sesso biologico.
Il sesso di appartenenza viene convenzionalmente assegnato alla nascita sulla base dell’osservazione dell’anatomia corporea, ma per certe persone potrebbe non rispecchiare correttamente la propria identità di genere, ovvero il senso di appartenenza al genere con il quale ognuno si identifica.
Ci dividiamo in due grandi categorie: 

  • cisgender”: termine utilizzato se la persona si sente di appartenere al genere corrispondente al sesso assegnato alla nascita.
  • transgender”: termine utilizzato se la persona si identifica con un genere diverso da quello coincidente con il sesso biologico.

L’identità di genere è qualcosa di molto personale, che ognuno sente dentro di sé; noi dall’esterno possiamo solo osservare tutti gli elementi che determinano l’apparenza altrui, ovvero la loro espressione di genere.
L’espressione di genere riguarda per esempio l’abbigliamento, la gestualità, la pettinatura e tutto ciò che a livello sociale è convenzionalmente associabile ad uno o all’altro genere.
Anche in questo caso, non è detto che ci sia una coincidenza tra genere ed espressione di genere e se la coincidenza non c’è, si parla di gender-non-conforming.
Un esempio di non coincidenza tra genere ed espressione di genere la si può vedere nel

  • cross-dressing, ovvero quando una persona indossa vestiti tradizionalmente associati ad un genere diverso dal proprio. Il cross-dressing viene praticato indipendentemente dall’identità di genere o dall’orientamento sessuale, quindi è importante non confondere il termine “cross-dresser” con “transgender” o “omosessuale”.
  • Lo stesso vale anche per il termine “drag”, con il quale si fa riferimento ad un’arte del travestimento più scenica che funge da intrattenimento o espressione personale. Anche in questo caso è importante sottolineare che non si usa come sinonimo di transgender, ma trattandosi di una forma d’arte, anche le persone transgender possono essere drag.

A questo punto è anche molto importante specificare che non tutti si ritrovano in una visione binaria del genere (maschile e femminile) e in questo caso si parla di non-binarismo di genere. Questo è un termine che fa riferimento in senso generico a tutto ciò che va al di là della polarizzazione maschio-femmina.
Altre persone invece, percepiscono il proprio genere come fluido, cioè che può cambiare nel corso della vita. Esse possono identificarsi allo stesso tempo anche come non-binary, oppure no.

La sperimentazione e conoscenza del proprio orientamento sessuale si sviluppa lungo una strada parallela (non coincidente!) a quella dell’identità di genere. L’orientamento sessuale indica l’attrazione romantica e/o sessuale di una persona verso individui:

  • dello stesso sesso (omosessualità), 
  • verso individui del sesso opposto (eterosessualità), 
  • verso entrambi i sessi (bisessualità), 
  • verso tutte le persone indipendentemente dal genere (pansessualità), 
  • oppure può anche indicare l’assenza di attrazione sessuale verso qualcuno (asessualità).

 

Negli ultimi anni, soprattutto nelle generazioni più giovani, si tende a considerare sempre più la sessualità come qualcosa di liquido, in potenziale evoluzione e mutamento, costantemente stimolata e influenzata da fattori sociali e situazionali.
Si parla di tutto questo (e anche di molto altro!) quando si usa la sigla LGBTQ+ o LGBDTQIA+, che in origine era composta da solo quattro lettere ed è stata poi gradualmente ampliata includendo sempre più sfumature circa l’orientamento e l’identità. Il segno “+” viene posto proprio in rappresentanza di tutte le altre identità e orientamenti che non trovano spazio nell’acronimo, ma che è importante tenere a mente in un’ottica (ci si augura) sempre più inclusiva e accogliente.

 

Dott.ssa Benedetta Meneghini
Psicologa Clinica, Esperta in Sessualità e parte del team di Mama Chat

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