Maternità e Gravidanza

Consapevolezza e corretta informazione: le chiavi di volta per affrontare la paura del parto

Le aspettative e i timori dell’ultimo trimestre di gravidanza

Il parto, a maggior ragione se il bimbo o la bimba che nascerà è il primo figlio/la prima figlia, rappresenta una grande incognita, un momento di cui si è sentito tanto  parlare, che si è spesso immaginato, ma che difficilmente si riesce a percepire come poi effettivamente sarà. 

Nelle ultime settimane di gravidanza i pensieri, le aspettative, i timori e, talvolta, delle vere e proprie paure tendono a concentrarsi sull’esperienza del parto. Alcune preoccupazioni che si associano all’esperienza della nascita sono comuni alle donne di ogni epoca e ogni Paese; altre, invece, sono proprie della società occidentale, che spesso porta a fare i conti anche con paure che arrivano dall’esterno, dai racconti di chi ci sta intorno, o da una gestione a volte troppo medicalizzata della gravidanza e del parto. 

È quella che in gergo medico viene definita Tocofobia, ovvero la paura di partorire o, in senso più esteso, la paura del travaglio e del dolore associati al parto, o delle possibili complicanze e, talvolta, dell’evento nascita vero e proprio e dei cambiamenti fisici/emotivi/psicologici/organizzativi che ne derivano. 

Le paure più frequenti

Tra le domande che le future mamme e i futuri papà si pongono più frequentemente ci sono: 

  • E se il dolore è insopportabile?  

È forse la paura più frequente quando si pensa al parto; per questo, per superare il timore la chiave di volta è la corretta informazione.  

E’ fondamentale conoscere le caratteristiche del dolore del travaglio e del  parto, che è diverso da tutti gli altri, in quanto ha uno scopo fisiologico, l’incontro con il bambino, ed è regolato da meccanismi ormonali che, se lasciati lavorare senza interferenze, permettono di alleviarne gli effetti attraverso le pause e il rilascio di endorfine; inoltre, è fondamentale essere a conoscenza di quali sono i metodi, naturali e non, che permettono di gestirlo al meglio, per poter operare a riguardo una scelta consapevole e personalizzata. 

  • E se perdo il controllo?  

Capita spesso che la gravidanza sia vissuta come un evento molto medicalizzato, in cui controlli ecografici ed esami alimentano l’illusione di poter avere sempre tutto sotto controllo. Ma il parto non è un evento razionale, e questo può spaventare. E’ importante però non pensare alla “perdita di controllo” come a un qualcosa di negativo, bensì come a un lasciarsi andare all’istinto, fondamentale per la progressione del travaglio stesso.

  • E se non riconosco le spinte?  

Non è raro che le future mamme siano preoccupate di non percepire le spinte, di non riconoscerle o di non essere in grado di spingere. Quando il bimbo è pronto per nascere e la sua testolina è posizionata correttamente, fattore su cui è importante lavorare in gravidanza e durante il travaglio, la donna percepisce la sensazione di premito, ovvero il bisogno di spingere: una sensazione intensa che è sufficiente assecondare. Non c’è quindi bisogno di alcuna abilità o tecnica particolare, semplicemente, con l’aiuto e il sostegno dell’Ostetrica che sta accompagnando la coppia all’evento nascita, si seguono i segnali del corpo e i naturali ritmi della nascita.

  • E se capita un imprevisto?

L’eccesso di medicalizzazione porta spesso a vivere la gravidanza e il parto come se fossero una malattia da monitorare costantemente. In questo modo  si alimenta la paura che qualcosa possa andare storto ma, se la gravidanza è fisiologica e il parto è naturale, il rischio di complicazioni è molto remoto.

L’importanza dei percorsi di accompagnamento alla nascita

Programmare nei minimi dettagli l’esperienza che si vivrà non è possibile, ma cercare di prepararsi per viverla al meglio è fondamentale.

Per quanto grandi, una volta espressi i dubbi e le preoccupazioni si ridimensionano notevolmente; per i futuri genitori frequentare un Percorso di Accompagnamento alla Nascita è indispensabile sia per ricevere da parte dell’Ostetrica, e dagli altri operatori sanitari, informazioni scientifiche correttamente veicolate a proposito della fisiologia e delle dinamiche della gravidanza, del travaglio, del parto, del ritorno a casa con il bambino/la bambina e dell’allattamento, sia per confrontarsi con altre coppie che stanno vivendo la stessa esperienza e condividere con loro vissuti ed emozioni.

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