Maternità e Gravidanza

L’allattamento al seno: l’attaccamento e le prime fasi

L’allattamento al seno: l’attaccamento e le prime fasi, parliamone con la Psicologa

Sono tante le domande che le neo-mamme si pongono prima e dopo la nascita del loro bambino. Alcune di queste riguardano l’allattamento. Ci si confronta, si leggono articoli, si viene in contatto con esperienze e realtà differenti, insorgono preoccupazioni e aspettative.

In questo articolo della nostra Psicologa Dott.ssa Margherita Lenzi, cominceremo col descrivere la primissima fase (forse la più difficile) dell’attaccamento al seno e i benefici del latte materno.

Nelle prossime puntate approfondiremo insieme le difficoltà che si possono incontrare e ci confronteremo con le esperienze singole e preziose di alcune mamme che abbiamo intervistato.

Come forse tutti sanno l’allattamento al seno è il modo più naturale per nutrire il neonato. Il latte materno, infatti, gli garantisce tutti i nutrienti di cui ha bisogno nei primi mesi di vita, inoltre consolida e rafforza il legame tra mamma e bebè. Favorisce lo sviluppo degli occhi, del cervello e di altri organi, difende il bambino dalle infezioni e dalle malattie e riduce il rischio di obesità durante l’infanzia e l’età adulta.

L’allattamento al seno fa bene anche alla salute della mamma: riduce il rischio di emorragia immediatamente dopo il parto, il rischio di cancro al seno e alle ovaie, l’esposizione alla depressione post-partum e all’endometriosi.

Il primo latte si chiama colostro, denso dal colore giallastro, ricco di proteine e anticorpi. Il latte materno sostituisce gradualmente il colostro nei primi giorni dopo la nascita. In questa fase chiamata montata lattea la quantità di proteine e di sali minerali diminuisce mentre aumenta quella dei grassi.

La montata lattea avviene in genere dai due ai cinque giorni dopo il parto, alcune volte anche più tardi. Già in sala parto, se possibile, il neonato viene posto a contatto, pelle a pelle, con la sua mamma. Dopo la sala parto, mamma e figlio non si separano più. Il rooming-in, cioè la permanenza di entrambi nella stessa stanza di giorno e di notte, è oggi il modello organizzativo più utilizzato grazie al quale il neonato piangerà meno e allattare sarà più facile.

Una corretta posizione durante la poppata è fondamentale

La mamma deve essere comoda e rilassata, assumendo una posizione confortevole (il rilassamento favorisce l’entrata in circolo degli ormoni dell’allattamento), con la schiena e le braccia ben sostenute da cuscini. Il corpo del suo piccolo a contatto col suo corpo. Il neonato dovrà avere la bocca bene aperta, in modo da prendere in bocca non solo il capezzolo ma anche parte dell’areola. Non c’è da preoccuparsi se parte dell’areola rimane fuori dalla sua bocca (ogni donna ha areole e bambini di dimensioni diverse!).

È importante osservare e ascoltare il neonato: all’inizio utilizza suzioni brevi e rapide per stimolare il flusso di latte (riflesso di erogazione). Quando il latte inizia a fluire, le suzioni diventano più lente e profonde, alternate ad alcune pause. Questo può indicare che sta assumendo il latte: un buon segno! La poppata termina quando il neonato si stacca spontaneamente dal seno.

Se l’attaccamento del bambino è superficiale o doloroso lo si può staccare dal seno e riprovare. Se necessario, si introduce delicatamente un dito pulito all’interno dell’angolo della sua bocca per interrompere la suzione. Durante questa fase è importante affidarsi possibilmente ad un professionista sanitario con esperienza nel supporto all’allattamento al seno oppure a un consulente o a uno specialista dell’allattamento qualificato per verificare l’attaccamento del neonato. Un buon inizio aiuterà ad evitare problemi in futuro.

Quando nasce un bimbo parenti, amici e conoscenti si sentono in diritto di dare consigli e fare osservazioni: “lo allatti troppo spesso! Lo allatti troppo a lungo! Sei sicura di avere latte?”. Non lasciatevi influenzare dai commenti di chi non conosce l’argomento e ripropone vecchi luoghi comuni di cui la scienza ha dimostrato l’infondatezza. Non esistono mamme che hanno un latte meno nutriente o meno “buono”, ogni mamma produce il latte perfetto per il suo bambino.

Qui puoi trovare la guida del Ministero della Salute sull’Allattamento

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