Maternità e Gravidanza

Aiuto, i “Capricci”

Tutti durante il proprio percorso di vita da genitore si sono dovuti interfacciare con crisi di pianto disperato, urla, calci, morsi, insomma quella serie di comportamenti che riteniamo negativi e disturbanti dei bambini, che ci infastidiscono e che spesso non comprendiamo, quelli che oggi nel gergo più comune vengono denominati “capricci”.
La definizione che troviamo sul dizionario alla parola capriccio è la seguente: “Voglia improvvisa o bizzarra, spesso di breve durata / un comportamento irragionevole …”, ma siamo sicuri che sia la spiegazione adatta a descrivere quello che sta vivendo in quel momento il bambino?
È importantissimo chiarire che questi atteggiamenti, che per noi adulti spesso sono incomprensibili e immotivati, celano l’espressione di un bisogno insoddisfatto di aiuto, di attenzione, di paura o fatica a tollerare le regole imposte, frustrazione da parte dei nostri piccoli e che anche se spiacevoli sono una parte fondamentale e normale del loro sviluppo di crescita ed è indice della loro capacità di trasmettere al mondo esterno la loro specifica personalità.

Perché gran parte delle crisi del bambino avvengono con i genitori?

Quante volte vi è capitato di andare a prendere vostro figlio all’asilo o dai nonni, raccontare un determinato momento di crisi e sentire come risposta: “ma che strano con noi non fa mai così!”.
Sappiamo bene che quel tipo di riscontro fa scaturire in voi un senso di inadeguatezza, ansia e paura di star facendo un “lavoro sbagliato” o che qualcosa “non sta funzionando” con il vostro bambino, ma non è cosi.
I bambini con i propri genitori scaricano tutte le tensioni che hanno vissuto durante la giornata, siete un po’ il loro pungiball, con voi hanno più confidenza, siete il loro porto sicuro e sanno perfettamente che con voi possono lasciarsi andare, a volte è un modo per tenere i genitori più vicini a sé.
Pensiamo al tempo che viene impiegato per placare la crisi, abbiamo un inizio, un apice e una fine e in tutto questo periodo abbiamo occhi solo per il bambino.

Come comportarsi di fronte a una crisi?

  • Prendete un bel respiro, ci vogliono tanta calma e pazienza, insieme dovete attraversare questa tempesta emotiva.
  • Mettetevi al suo livello e cercate di agganciare il suo sguardo, così troverete una connessione.
  • Cercate di accogliere le sue emozioni, riconoscetele e verbalizzatele mantenendo un tono di voce calmo senza minimizzarle o reprimerle (“Vedo che questa cosa ti ha fatto molto arrabbiare…”).
  • Fategli sentire che voi siete li insieme a lui (“Piangi se hai bisogno, io sono qui con te…”), se vuole essere abbracciato, prima chiedete il suo consenso, abbracciatelo, se non vuole essere toccato rispettate la sua scelta (vedrete che a crisi terminata arriverà lui a chiedere un abbraccio).
  • Sfruttate questi momenti per osservare vostro figlio ma anche per osservarvi, in questo modo riuscirete a porvi le domande giuste su come affrontare la prossima crisi.

Dott.ssa Giulia Minghetti, Consulente Perinatale del team Mama Chat

 

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