Maternità e Gravidanza

Allattamento e difficoltà comuni: il sostegno dell’ostetrica

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha individuato il miglioramento della qualità della vita della diade madre-bambino come uno degli obiettivi prioritari di salute pubblica a livello mondiale.
In questo panorama, si inserisce l’allattamento esclusivo al seno, grazie ai suoi numerosissimi benefici sul corretto sviluppo del bambino e sulla prevenzione di numerose malattie materno-infantili. L’OMS raccomanda che i bambini vengano allattati al seno in maniera esclusiva fino al sesto mese di vita e che l’allattamento rimanga la scelta prioritaria anche dopo l’introduzione di alimenti complementari, fino ai due anni di vita del bambino ed oltre, o comunque finché mamma e bambino lo desiderino.

Allattare è una competenza innata?

L’allattamento al seno è la norma biologica, quanto di più naturale potrebbe esistere.
Per il bambino è una competenza innata, mentre per la madre si tratta di una competenza acquisita per cultura, attraverso l’osservazione di altre donne che allattano.
Questo non significa, però, che allattare al seno non possa presentare delle difficoltà.
Ad esempio, in seguito ai cambiamenti sociali ed economici avvenuti nel corso del tempo nelle società occidentali può accadere che una coppia di neogenitori non abbia mai visto un bambino allattato; la stessa generazione dei nonni, spesso, non ha nutrito i propri figli al seno o lo ha fatto con difficoltà.
Inoltre, alcune problematiche possono essere legate all’atto pratico dell’allattare; durante le prime poppate può capitare di percepire un fastidio iniziale e di pochi secondi al capezzolo, ma se la sensazione persiste per l’intera poppata, protraendosi magari anche per diversi giorni, potrebbe essere indicativa della presenza di qualche problematica.


Tra le cause più comuni di dolore in allattamento si riscontrano:

  • Ragadi: ferite dolorose, e a volte sanguinanti, che si presentano a livello del capezzolo;
  • Dotto ostruito: si verifica quando c’è un ristagno di latte a livello di un dotto galattoforo.
  • Ingorgo mammario: si presenta a causa di un inadeguato drenaggio della ghiandola mammaria rispetto alla quantità di latte prodotta.
  • Mastite: infiammazione della ghiandola mammaria provocata da un ristagno prolungato di latte non adeguatamente drenato, a cui si aggiungono sintomi influenzali come febbre, brividi e dolori articolari.

Che cosa fare in caso di difficoltà?

Nel caso in cui si riscontrassero fastidi e dolori persistenti in allattamento è necessario e fondamentale valutare la situazione insieme ad un’ostetrica o ad una delle figure che si occupano di allattamento al seno.
Il professionista visiterà la neomamma con l’obiettivo di indagare a fondo la causa del dolore e aiutarla a trovare gli strumenti necessari per risolvere al meglio la situazione, che dipendono dalla problematica che ha causato il dolore e che hanno radici profonde nella prevenzione che può essere messa in atto già dalla gravidanza.
Per questo, è molto importante che i neogenitori entrino in contatto con l’ostetrica già durante la gravidanza: in questo modo le famiglie possono costruire la propria conoscenza e la propria competenza sull’allattamento al seno attraverso l’informazione mirata, il sostegno e il supporto, in continuità assistenziale, e vivere così l’esperienza dell’allattamento al seno in maniera naturale e gratificante.

Dott.ssa Amanda Iadeluca, ostetrica del team Mama Chat

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