Maternità e Gravidanza

Depressione Post-Partum

Depressione Post-Partum e Maternity Blues spiegati dalla Psicologa

La gravidanza, il parto e il post-parto sono per molte donne un periodo coinvolgente, appassionante e gratificante, ma allo stesso tempo possono rappresentare un momento di vissuti ansiosi e di preoccupazione.

Per molto tempo si è ritenuto che l’aumento degli ormoni in gravidanza potesse proteggere le donne dalla depressione ed è opinione comune pensare che ogni donna in gravidanza sia felice per la nascita del nuovo arrivato.

In realtà è opportuno che chi circonda una futura mamma tenga a mente che le neo-mamme sono sottoposte a molteplici e particolari e continue sollecitazioni biologiche, psicologiche, sociali e culturali e a questi stimoli ogni donna risponde con diverse modalità comportamentali ed emotive che sono caratteristiche della sua storia di vita e del contesto di appartenenza.
In questi momenti così delicati della vita di una donna stati depressivi transitori o permanenti faticano a essere riconosciuti, diagnosticati e quindi trattati adeguatamente, e spesso vengono dati per scontati e sottovalutati.

Quante volte si sente parlare di Maternity Blues, depressione post-parto e psicosi post-parto?

E’ molto facile fare confusione tra queste terminologie, proviamo quindi a fare un po’ di chiarezza su queste condizioni in cui le neo-mamme possono ritrovarsi.

Nei giorni immediatamente successivi al parto, oltre il 70% delle madri, possono manifestare sintomi leggeri di depressione, importanti oscillazioni dell’umore, crisi di pianto, senso d’inadeguatezza e labilità emotiva.

Questa condizione, conosciuta come Maternity Blues, si presenta all’interno dei primi 10-15 giorni dal parto e tende a risolversi spontaneamente entro le prime 2-3 settimane poiché fortemente connessa ai bruschi cambiamenti ormonali che avvengono nell’organismo della mamma subito dopo la nascita.

Può accadere, invece, che la tristezza e i sintomi legati al maternity blues persistano e/o peggiorino, é in questo caso che si parla di Depressione Post-Parto.

Un disturbo che esordisce generalmente dopo 3-4 settimane dalla nascita la cui sintomatologia tende a peggiorare con manifestazioni cliniche verso il 4-5 mese. La depressione post parto rappresenta, per caratteristiche cliniche e statistiche, la complicanza psichica più rilevante relativa al puerperio. Attualmente, nel mondo occidentale, si stima che colpisca circa il 10-15% delle donne che partoriscono (O’Hara & Swain 1996; Milgrom et al., 2005a; Buist et al., 2008; Pearlstein et al., 2009; Breese McCoy, 2011).

Come si riconoscono i sintomi della depressione post-partum?​

I sintomi sono quelli tipici della depressione e tra i più comuni troviamo:

  • facilità al pianto
  • insonnia
  • stanchezza
  • agitazione
  • sentimenti generalizzati di tristezza e disperazione
  • irritabilità
  • pensieri di suicidio
  • panico
  • difficoltà a concentrarsi
  • calo di energia

Soprattutto, ci sono manifestazioni legate in maniera specifica alla maternità, come il senso d’inadeguatezza rispetto al fatto di prendersi cura del bambino, l’incompetenza e l’incapacità di far fronte alle esigenze del piccolo.

Immaginiamo la tensione, lo stress e la totale sfiducia nella propria capacità di reagire adeguatamente, anche le piccole difficoltà diventano gigantesche e l’incapacità di badare a sé rende impossibile occuparsi di qualunque altro.

Nonostante le cause non siano ancora del tutto chiare, sappiamo che vari tipi di fattori, ormonali, fisici, (la stanchezza causata dai nuovi ritmi imposti dal bambino), psicologici (una bassa autostima o la tendenza al perfezionismo), la mancanza di aiuto e di un sostegno adeguato da chi ci circonda, e la tendenza a coltivare aspettative irrealistiche sull’essere madre o sul bambino, contribuiscono fortemente all’esordio di tale condizione. Aver sofferto, inoltre, di depressione durante la gravidanza o in passato costituisce un fattore di rischio da non sottovalutare.

La Psicosi Post-Parto

​Più raramente si presenta la condizione di psicosi post-parto la quale esordisce entro poche settimane dal parto e rappresenta un importante fattore di rischio per l’infanticidio e il suicidio. Essa non rappresenta solo una depressione molto grave, é un disturbo a sé stante e la maggioranza degli esperti ritiene che lo sviluppo di questa condizione sia associata ad una condizione bipolare o ad una depressione maggiore con tratti psicotici.
Tra i sintomi solitamente si ritrovano deliri, distacco dalla realtà, pensieri e comportamenti bizzarri, confusione allucinazioni visive e uditive. Sintomi che suggeriscono la presenza di questa condizione meritano di essere indagati con attenzione e urgenza da uno specialista in modo tale da attuare tempestivamente le cure necessarie, che saranno principalmente farmacologiche. Trattandosi di una patologia molto grave, spesso è indispensabile il ricovero in un ambiente protetto.

Quando qualcosa non va, cosa fare?

In generale, quando la neomamma si rende conto che qualcosa non sta andando, che nonostante il passare del tempo, i sintomi non tendono a diminuire, la cosa più utile da fare è cercare di parlarne con qualcuno. Si può chiedere aiuto ai famigliari oppure rivolgersi direttamente al proprio medico di base, a uno psicologo o psichiatra, magari all’interno di strutture sanitarie presenti sul territorio, come i centri psicosociali o i consultori.

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Molte donne pensano di essere le sole a provare tutto questo e l’ansia e la paura sono ingigantite dal fatto stesso di essere tenute nascoste, nella maggior parte dei casi il solo fatto di riuscirne a parlare con qualcuno porta a un miglioramento della situazione.

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