Maternità e Gravidanza

La rabbia (delle mamme e dei papà): un’emozione da accogliere

Diventare genitori è un percorso che comincia ancor prima dell’esserlo a tutti gli effetti, bensì forse già dal desiderio di allargare la propria famiglia e mettere al mondo un bambino. Il periodo che va dalla ricerca di un figlio alla gravidanza e alla nascita sono culturalmente associati, laddove i genitori non incontrino dolorose difficoltà ambientali, sociali o fisiche, a emozioni di benessere, speranza e magica attesa. L’immaginario comune rinforza questa visione dell’attesa e del diventare genitori come un momento unico, irripetibile, meraviglioso e, se per molti genitori è così, per altrettanti non necessariamente, perché non sempre la ricerca e l’arrivo di un figlio riescono a congiungersi con l’idilliaca perfezione dell’ambiente familiare, sociale, economico e lavorativo intorno al genitore.

Nel post-nascita la neomamma è travolta dalle emozioni del baby blues e dal fisiologico adattamento alla nuova dimensione, così come l’altro genitore deve trovare un nuovo equilibrio nel passaggio dalla diade alla triade. Molta strada è stata fatta in questa direzione per consapevolizzare i neogenitori su quanto normale e comune sia attraversare tempeste emotive, momenti di sconforto, paura e perfino disperazione (ma chi ce l’ha fatto fare?!) nei primi mesi dopo la nascita del piccolo.

Tra tutte queste emozioni ce n’è tuttavia una che ancora fatica ad emergere spontaneamente dai racconti e dai vissuti dei genitori, perché è quella che maggiormente crea vergogna, senso di colpa e di inadeguatezza. Sto parlando della rabbia, un’emozione come tutte le altre, che però spaventa, allerta, porta il genitore a dubitare di sé stesso e delle proprie competenze.

La rabbia è un’emozione che coglie i genitori proprio quando sono più fragili: nei momenti di profonda stanchezza, magari a fine giornata, o dopo una nottata insonne, o semplicemente dopo aver trascorso ore e ore a cullare un bambino irritato dalla dentizione o da problemi gastrointestinali. E a quel punto può succedere: il genitore può esplodere, arrabbiarsi, urlare contro il proprio bambino. In situazioni davvero drammatiche, laddove il genitore sia abbandonato a sé stesso, viva condizione di forte disagio psico-sociale o sia stato spinto dalla situazione oltre le proprie capacità di tollerare la fatica e la frustrazione, si può incorrere in veri e propri maltrattamenti fisici.

E’ sempre importante riconoscere a se stessi la propria rabbia, al posto di reprimerla con vergogna, proprio perché prenderne atto ci consente di chiederci come stiamo, di quante risorse ci restano e di cosa possiamo fare per recuperare un po’ di energia e di serenità. Molto spesso le mamme in consultazione riferiscono con vergogna e con profondo senso di colpa di aver urlato contro i propri neonati o di essere esplose con i fratellini più grandi perché la situazione era diventata profondamente stressante e intollerabile.

Che cosa si può fare per aiutare una mamma o un papà a gestire la propria rabbia che, in quanto emozione, è lecita e fisiologica e semplicemente ci segnala che l’individuo sta esaurendo le proprie risorse o sacrificando troppi bisogni fisici ed emotivi propri?

Ecco alcuni punti fermi che possono aiutare le mamme e i papà ad arrabbiarsi senza perdere il controllo, mantenendo livelli emotivi non disregolati:

  • supporto e scambio reciproco all’interno della coppia: una coppia che comunica e che coopera è una squadra vincente;
  • supporto sociale efficace: quanto più i genitori sono aiutati nel loro ruolo, con aiuti adeguati e/o professionali, tanto maggiore è il loro benessere. Nel periodo perinatale il ruolo di ostetriche, puericultrici, psicologi, ma anche nonni, tate e amici è fondamentale per sostenere, con la giusta discrezione e la giusta distanza, la nuova famiglia;
  • tempo per sé stessi: seppur nei primi anni di vita dei bambini questo concetto sembra essere impossibile da applicarsi, trovare dei momenti per dedicarsi a qualcosa di appagante e piacevole mantiene la sua importanza, così come in tutti gli altri periodi di vita;
  • tempo per la famiglia: trovare il tempo per divertirsi, aprirsi a nuove avventure, sfide, viaggi ed emozioni anche con i piccoli, sempre nel rispetto delle necessità e delle peculiarità di ognuno, può favorire esperienze appaganti per l’intero nucleo;
  • nei momenti di profondo stress, quando si sente di stare per perdere il controllo, decidere consapevolmente di allontanarsi dalla situazione: se si è soli, riporre il neonato o il bambino in una sistemazione sicura: sdraietta, lettino ecc. e allontanarsi per pochi minuti, cambiando stanza e interrompendo così la situazione stressante (darsi il tempo di respirare, riprendere il controllo, attivare strategie per calmarsi);
  • perdonarsi: se si è perso il controllo e ci si è arrabbiati alzando la voce, chiedere scusa ai propri bambini e a sé stessi può aiutare tutti. I bambini impareranno che mamma e papà non sono perfetti, bensì hanno un mondo emotivo complesso e talvolta possono arrivare ad alzare la voce per esprimere i propri bisogni. Trovare il modo di fare la pace è un ulteriore insegnamento per i piccoli;
  • chiedere aiuto a un professionista: se la rabbia diventa eccessiva, chiedere aiuto è il primo passo per darsi la possibilità di dare un nome alle emozioni e ai bisogni negati che stanno dietro alla collera.

Per concludere, vorrei invitare i genitori a guardare la rabbia come la spia del serbatoio di un’automobile: quando la spia si accende, ci sta segnalando che la vettura sta per esaurire il carburante. Allo stesso modo, quando la rabbia di un genitore si accende, ciò è la spia di uno o più bisogni fisici ed emotivi che sono stati troppo a lungo trascurati e che l’equilibrio interno della persona, il suo carburante, si sta esaurendo. Trovare il tempo, lo spazio e la modalità adeguata per concedersi di recuperare queste energie che nutrono positivamente il genitore è sempre un’occasione di benessere per l’intera famiglia.

Dottoressa Alice Aceto – Psicologa e Psicoterapeuta, esperta in maternità del team di Mama Chat 

Articoli recenti

Sostienici, ogni donazione per noi è importante