Sempre più spesso in questi anni si è sentito parlare di gender gap, ovvero il divario esistente tra generi per quanto riguarda l’accesso ai contesti lavorativi, le possibilità di guadagno (salary gap), ma anche per i più basilari diritti, come quello di scegliere di divorziare dal proprio marito, cosa che, ad esempio, in Israele la donna non può fare senza il consenso della controparte.
Il WEF (World Economic Forum) ha pubblicato l’annuale report “Global Gender Gap Index”, che misura in 146 Paesi il divario di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione e nella graduatoria globale l’Italia risulta al 63° posto.
Accanto a termini come gender gap e salary gap, si sono fatti strada diversi studi su quello che viene chiamato orgasm gap, con il quale ci si addentra nel tema delle differenze esistenti tra uomini e donne (anche di diversi orientami sessuali) nel raggiungimento dell’orgasmo e nel modo di sperimentare il piacere.
Di cosa si tratta quindi?
Come i precedenti termini, anche l’orgasm gap è un fenomeno sociale che fa riferimento ad un’esistente disparità tra uomini e donne, principalmente per quanto riguarda i rapporti eterosessuali, in termini di soddisfazione sessuale e raggiungimento dell’orgasmo.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il benessere sessuale è «uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale in relazione alla sessualità; la salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure»; per ricordare che chiunque ha diritto a vivere quanto riportato, è stato istituito il World Sexual Health Day, che cade ogni 4 settembre. Ma dagli studi condotti a livello mondiale, il rispetto di questi diritti sembra essere ancora molto lontano, soprattutto a causa dei bias sessuali legati al genere.
Cosa ci dicono gli studi in merito all’orgasm gap?
La psicologa e sessuologa Laurie Mintz riporta i risultati di uno studio condotto su circa 800 studenti universitari, grazie al quale è stato riscontrato un divario a livello di risposta orgasmica nell’atto sessuale del 52%. In altre parole, il 39% delle donne e il 91% degli uomini ha dichiarato di raggiungere abitualmente o sempre l’orgasmo nel sesso di coppia.
Questo studio non teneva conto del tipo di relazione in cui l’atto sessuale aveva luogo, ma un altro studio condotto su 15.000 studenti universitari ha rilevato che questo gap è più marcato quando si tratta di sesso occasionale piuttosto che del sesso all’interno di una coppia. Tuttavia, in coppie durature di studenti universitari, il divario tra orgasmi femminili e maschili risultava ancora del 17%.
Statistiche molto simili sono state riscontrate in un sondaggio condotto su circa 3.000 donne e uomini single negli Stati Uniti di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Anche in questo caso è emerso che, nel contesto di rapporti sessuali con un partner abituale, le donne hanno un orgasmo nel 63% dei casi, mentre gli uomini nell’85% dei casi.
L’orgasm gap non esiste solo tra donne e uomini eterosessuali. Infatti è stato riscontrato che le donne lesbiche e bisessuali sperimentano un numero di orgasmi significativamente maggiore rispetto alle donne eterosessuali.
Allo stesso modo, c’è un divario anche tra donne single e quelle in coppia. Il 39% delle donne ha dichiarato di raggiungere sempre l’orgasmo quando si masturba, rispetto ad un 6% durante il sesso.
Anche Durex, in un suo studio, ha rilevato che il 20% delle donne non raggiunge l’orgasmo, rispetto al 2% degli uomini. Tre donne su quattro hanno dichiarato di non riuscire a ottenere l’orgasmo durante il sesso e più della metà ha indicato la stimolazione del clitoride come il miglior modo per raggiungerlo. A fronte di ciò invece ben il 30% degli uomini ha detto di ritenere gli atti sessuali penetrativi il miglior modo per far raggiungere l’orgasmo alla donna.
Tuttavia, uno studio di YouGov ha rilevato che la confusione sulla vulva e il suo funzionamento, è condivisa da entrambi i sessi e questo può essere uno dei molteplici fattori che contribuiscono ad aumentare le differenze nell’esperienza sessuale tra donne e uomini. Alla richiesta di etichettare un diagramma della vulva, il 58% delle persone non ha saputo descrivere la funzione dell’uretra, il 47% non sapeva cosa fossero le labbra e il 52% non sapeva quale parte fosse la vagina.
Un altro studio, condotto dai ricercatori della rivista Archives of sexual behavior, ha esaminato un campione di circa 52mila persone provenienti dagli USA, per indagare la differenza nella frequenza dell’orgasmo fra gay, lesbiche, bisex e uomini e donne eterosessuali:
- gli uomini eterosessuali raggiungono l’orgasmo nel 95% dei rapporti
- gli uomini omosessuali raggiungono l’orgasmo nell’89% dei rapporti
- gli uomini bisessuali raggiungono l’orgasmo nell’88% dei rapporti
- le donne omosessuali raggiungono l’orgasmo nell’86% dei rapporti
- le donne bisessuali raggiungono l’orgasmo nel 66% dei rapporti
- le donne eterosessuali raggiungono l’orgasmo nel 65% dei rapporti
Inoltre, sempre nella stessa ricerca, l’85% degli uomini eterosessuali intervistati credevano che la loro partner avesse avuto un orgasmo durante l’ultimo rapporto completo e questo portava ad una discrepanza nei numeri riportati.
Quale può essere la causa?
Laurie Mintz ritiene che il problema principale stia nel fatto che culturalmente viene sopravvalutato il sesso penetrativo e questa evidenza la troviamo anche a livello linguistico. Le parole “sesso” e “rapporto sessuale” vengono usate come sinonimi e si considera la stimolazione del clitoride un “preliminare”, qualcosa che si fa prima del rapporto sessuale “vero”.
Ci sono una serie di altri problemi culturali che contribuiscono all’orgasm gap.
Ad esempio le donne vengono giudicate molto più duramente degli uomini quando si parla di sesso occasionale e questo potrebbe portare la donna a sentirsi meno a proprio agio e più in colpa durante un rapporto di questo tipo, il che potrebbe influire sul piacere esperito.
Inoltre la maggior parte delle persone ha una scarsa formazione in materia di comunicazione sessuale, seppur sia fondamentale quando si tratta di orgasmi femminili, poiché ogni donna, anche sulla base del tipo di incontro che si ha con l’altro, necessita di una stimolazione o di fattori specifici per raggiungere l’orgasmo.
Infine, fondamentale sarebbe ricevere un’adeguata educazione sessuale già durante gli anni della scuola, per crescere consapevoli dell’esistenza di aree del piacere, un tema che invece molto spesso viene accantonato a scapito di adeguate capacità comunicative in ambito sessuale.
Dott.ssa Benedetta Meneghini, psicologa e psicoterapeuta del team Mama Chat