Salute Psicologica

Gli psicofarmaci, amici o nemici?

In Italia 17 milioni di persone fanno uso di psicofarmaci. Quasi 1 persona su 5 ha assunto farmaci come ansiolitici, stabilizzatori dell’umore, antidepressivi, antipsicotici. E gli adolescenti non sono da meno: l’11% del totale è dato da loro, di cui in 300mila li prendono senza prescrizione medica.

Online spopolano pensieri, ricette, consigli, recensioni fai da te, una sorta di lascia passare ad un uso non consapevole di molecole che possono aiutare e dare giovamento ad una mente in difficoltà, e si accompagna al versante opposto, il mantenimento di uno stigma verso questi farmaci e chi ne fa uso.

Una riflessione

Nella mia esperienza clinica ho avuto modo di vedere persone a cui il farmaco adatto ha permesso di dare il giusto spazio ad un possibile lavoro psicoterapeutico. Ho sentito anche la paura di prendere un farmaco non ben compreso “dottoressa ma sul bugiardino c’è scritto che questo farmaco cura un disturbo che non è il mio”, “dottoressa ma sei poi bevo non posso prenderlo giusto?” e adolescenti che ne avevano fatto un uso smodato come modalità per anestetizzare il proprio dolore.

Una precisazione, non è lo psicologo che prescrive lo psicofarmaco, ma può consigliare di fare una visita psichiatrica (o neuropsichiatrica nel caso di minori) nel caso valutasse che agevolerebbe il lavoro terapeutico. Uso spesso la metafora delle nuvole e del cielo per spiegarne l’utilità: un cielo pieno di nuvole non permette di vedere la luce o le stelle che sono dietro, il farmaco sposta un po’ le nuvole per riuscire a vedere oltre e lavorare con quello che emerge.

Qualsiasi farmaco ha delle controindicazioni e bisogna usarlo con attenzione, seguendo scrupolosamente le prescrizioni del proprio medico.

I miti

Non ti serve. “Una bella camminata e passa la paura; pensa positivo e fai esercizio fisico; io non ne ho avuto bisogno quando ho avuto qualche giorno no”. Un’invalidazione totale ai vissuti della persona che soffre, ci si dimentica che a volte il perdurare di una situazione clinica importante produce effetti secondari. Pensiamo ad esempio a chi soffre di ansia e inizia ad evitare certe situazioni, luoghi o persone; rischia di creare un circolo vizioso in cui più evita e più eviterebbe, con conseguente diminuzione dell’autostima, dell’umore e della capacità di stare in relazione con l’altro.

Eh così la fai facile. Prendere uno psicofarmaco non è una soluzione rapida, una scorciatoia. Non sempre trovare il farmaco giusto è veloce infatti, magari gli effetti collaterali sono troppi per cui è necessario cambiarlo, e c’è un tempo di latenza prima che gli effetti del farmaco si notino.

Eh ma poi li prendi a vita. Sono pochi i casi in cui il farmaco diventa la propria ancora di salvezza quotidiana, da prendere ogni giorno al pari di un farmaco per una condizione cronica. La maggior parte delle persone usufruisce degli effetti benefici in un intervallo di 1-2 anni, dopo di che tendenzialmente questi farmaci si diminuiscono e poi smettono.

Pigrizia. “Se davvero vuoi, se ci metti convinzione, se migliori lo stile di vita, mediti, starai meglio”. È vero che lo stile di vita ha una forte influenza sul benessere mentale, ma anche le piccole cose, in un momento di difficoltà, possono sembrare enormi. Ad esempio per una persona depressa, anche solo mangiare una porzione di cibo può essere impegnativo.

Dai con ste pillole di felicità. Chiamare pillole di felicità delle molecole che aiutano letteralmente ad uscire dal letto, avere interesse nelle cose, diminuire pensieri suicidari, far sviluppare risorse e capacità di coping, appare riduttivo. Gli antidepressivi trattano i sintomi della depressione e dell’ansia aumentando i livelli di sostanze chimiche chiamate neurotrasmettitori nel cervello, come la serotonina e la noradrenalina, che possono contribuire a migliorare l’umore. 

Impatto dello stigma

Purtroppo lo stigma e idee sbagliate sui farmaci o sulle malattie mentali possono portare a gravi conseguenze, come un uso improprio e nascosto di questi farmaci. Non tutti e non tutte le situazioni richiedono il supporto farmacologico, ma è preoccupante pensare a quante persone possano sentirsi inibite da richiedere aiuto per incomprensioni e/o paure.

Se state lottando con la vostra salute mentale, cercare supporto è spesso il primo passo verso la guarigione. Il team di Mama Chat è disponibile per un orientamento gratuito via chat oppure prenotando una seduta di video-terapia a prezzo agevolato.

Dott.ssa Margherita Hassan, psicologa e psicoterapeuta del team Mama Chat

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